Cronaca di un viaggio in Colombia - Bogotà

Bogotà (30 dicembre-2 gennaio)

Arrivo che è già sera. Esco per dare un’occhiata in giro cosa vedo? Gente indigente per ogni luogo possibile… Sono alloggiato nel quartiere della CANDELARIA:strade strette, edifici coloniali di epoca spagnola…un vero incanto!Ci si perde a camminare per queste stradine strette. Ogni stradina conduce verso il centro, sia essa Plaza Bolivar con la splendida cattedrale o qualunque altro luogo.

Percorro a piedi tutto il centro, conosco quasi ogni buco, traversa, strada principale…il centro è la zona turistica, tutto si concentra qui. Per questo motivo un amico di qui, Miguel, insiste per farmi conoscere la zona nord della città. Si attraversa un confine materiale e psicologico e di un tratto si vedono case e casette in puro stile inglese!Ma…sono a Bogotà o a Lontra? I centri commerciali non hanno nulla da invidiare a quelli sparsi nel resto del mondo:lusso e sfarzo non hanno confini.
Altra cosa che colpisce chi visita la zona nord è l’assenza di indigenti che seduti sul ciglio del marciapiede mangiano i rifiuti che sono riusciti a raccoglierei bidone in bidone.

Bogotà capitale è tutto questo:un miscuglio di modernità e di estrema povertà e miseria. Primo e terzo/quarto mondo convivono nella stessa città in perfetto parallelismo. Come tutti i colombiani che ho conosciuto, Miguel ci tiene che lasci il Paese con una visione il piu’ equilibrata possibile. Peggio si parla della Colombia, piu’ amabile e disponibile è la gente! Gli abitanti di Bogotà sono chiamati cachacos e secondo lo stereotipo locale cachaco=freddo, poco amabile…bhe, secondo la mia esperienza questo non corrisponde molto…magari in alcune regioni ci sarà gente piu’ aperta, piu’ disponibile, ma in generale tutti i colombiani sono molto socievoli e ben disposti verso gli stranieri.
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